Giannina Noseda - I sette corvi

Personaggi
il Narratore
il Padre
i sette corvi
la Sorellina
le api
la Nuvola
il Sole
la Luna le stelle
la Stella Mattutina
il Nano
il Monte di vetro

(il Sole, la Luna e il Monte di vetro possono essere rappresentati da gruppi di bambini)

Narratore
C'era una volta un uomo che aveva sette figli maschi, ma neanche una bimba, benché la desiderasse con tutto ilcuore. Finalmente egli e sua moglie furono accontentati e nacque una femminuccia. Grande fu la felicità dei genitori, ma la bimba era tanto piccina, debole e gracile che si dovette battezzarla appena nata. Il padre ordinò a uno dei figlioli di andare lesto alla fonte ad attingere acqua, e gli altri sei ragazzi, correndo, seguirono il fratello.

(fuori scena si sentono i ragazzi gridare)

Ragazzo: Vengo anch'io!
Ragazzo: No, tocca a me!
Ragazzo: Dammi la brocca!
Ragazzo: Va via, non spingere!
Ragazzo: Lasciami provare!
Ragazzo: Ho detto di no!
Ragazzo: La tengo io!

Padre
Ah, che disperazione, quei maschiacci!
Eccoli là a gridare e far versacci,
a darsi schiaffi e pugni, a bisticciare...
Mi fanno veramente disperare!

(si odono un tonfo e le voci dei ragazzi fuori scena)

Ragazzo: Hai visto?
Ragazzo: Sei stato tu!
Ragazzo: No, è stato lui!
Ragazzo: È lui che mi ha urtato!
Ragazzo: È colpa tua!
Ragazzo: E intanto la brocca è rotta!
Ragazzo: Adesso, il babbo!...

Padre
Qui non torna nessuno; come mai?
Han combinato, al solito, dei guai.
La piccina sta male, e quei malnati
stanno a giocare e se ne son scordati.
Sono dei manigoldi da frustare...
Corvi, vorrei vederli diventare!

(musica; sette corvi entrano con un velo nero sulle spalle e in testa un cappuccio a becco; fanno un volo intorno al padre e scompaiono; via il padre)



Narratore
I genitori non poterono distruggere la loro maledizione, ed erano assai addolorati per la perdita dei sette figli; avevano però il conforto della piccina che in poco tempo prese forza e crebbe diventando ogni giorno più bella. A lungo ella ignorò di aver avuto dei fratelli, perché i genitori non ne parlavano mai. Ma un giorno, per la via, ella sentì qualcuno dire che era bella, sì, ma che era anche la cagione della sventura che aveva colpito i suoi sette fratelli. Piena di dolore ella domandò ai genitori se veramente avesse avuto dei fratelli e dove fossero andati. Padre e madre dovettero allora confessare la verità, ed aggiunsero che il fatto era avvenuto per volere del cielo il quale si era servito della nascita di lei per portarlo a termine, ma che ella era innocente. Pure la fanciulla si sentiva colpevole ed era convinta che fosse suo dovere tentar di liberare i fratelli. Non ebbe più riposo né pace finché un giorno, di nascosto, si mise in viaggio, decisa a cercare in tutto il mondo per ritrovarli a qualunque costo. Come ricordo prese con sé un anellino che era un regalo dei genitori, una pagnotta per la fame, un bricchino d'acqua per la sete e una seggiolina per la stanchezza.

(mentre il narratore parla, la sorellina entra in scena e cammina lentamente)

Sorellina
Son giorni, giorni e giorni che cammino,
molta è la fame e poco il pagnottino.

(si sente musica ed entrano le api)

Api
Ape che ronzi, ape che vai,
ape che in ozio non resti mai,
che passi lesta di fiore in fiore,
dammi il tuo miele dal buon sapore.

(le api volano intorno alla sorellina, poi escono di scena
la bimba riprende il cammino)

Sorellina
Son giorni, giorni e giorni che cammino,
molta è la sete e vuoto il mio brocchino.

(si sente musica ed entra un gruppo di bambini che formano la nuvola)

Sorellina
Nuvola bella, nuvola bianca,
che non stai ferma, che non sei stanca,
che sai del cielo le vie segrete,
dammi un po' d'acqua per la mia sete.

(i bambini fanno un giro intorno alla Sorellina, poi escono di scena; la bimba riprende il cammino)



Narratore
Cammina e cammina, la bimba arrivò così ai confini del mondo, e vide davanti a sé tre strade. La prima conduceva al Sole.

Sole
(entra in scena con musica)
Ho fiamme per braccia
e fuoco nel cuore,
chi a me s'avvicina
tra luce e calore
bruciandosi muore.

Sorellina
Il caldo e l'afa serrano la gola,
più vado avanti e più mi sento sola;
non si può certo vivere così,
e i miei fratelli corvi non son qui.

(il sole scompare)

Narratore
La seconda strada conduceva alla Luna.

Luna
(entra in scena con musica)
Ho veste di ghiaccio e manto di gelo,
chi a me s'avvicina
si perde nel cielo.

Sorellina
Il freddo punge agli occhi ed alle dita,
io tremo e sono tutta intirizzita;
non si può certo vivere così,
e i miei fratelli corvi non son qui.

(la luna scompare)

Narratore
La terza strada conduceva alle stelle.

Stelle
(entrano cantando)
Stella stellina, qualcuno si avvicina,
la buona sorella che segue la sua stella,
che cerca i fratelli che sono sette uccelli,
che son corvi neri, nascosti e prigionieri.
Piccina dillo a noi:
« Che vuoi? Che vuoi? Che vuoi? »

Sorellina
Io cammino e cammino per trovare
i miei fratelli; chi mi può aiutare?

Stella del mattino
Son nel monte di vetro, bimba mia,
da molto tempo chiusi in prigionia.

Sorellina
Che cosa posso fare per salvarli?
Ho tanto camminato per trovarli!

Stella del mattino
Giunta al monte, la porta devi aprire,
altro modo non v'è di farli uscire.

Sorellina
Dove trovo la chiave, buone stelle?
Aiutatemi voi come sorelle!

Stella del mattino
Serba quest'ossicino con gran cura,
altro non v'è, per quella serratura.



Narratore
La bimba prese l'ossicino, l'avvolse con cura
nel fazzoletto e riprese la via.
Andò, andò finché giunse al monte di vetro.

(le stelle escono di scena ed entrano i bambini che formano il monte di vetro; musica)

Narratore
La grande porta era chiusa e la fanciulla
volle servirsi dell'ossicino, ma ecco...

Sorellina
Il fazzoletto è vuoto, l'ossicino
mi deve esser caduto nel cammino;
ma non mi fermo, non ritorno indietro;
vedrai che t'aprirò, monte di vetro!

Narratore
La buona Sorellina non esitò, prese un coltello, si tagliò il mignolo, lo infilò nella serratura e aprì senza difficoltà.

(la bimba finge di aprire una porta, là montagna si apre e scompare)

Narratore
Quando fu entrata, si vide venire incontro un nano.

Nano
O A I La porta già s'aprì.
E A O Un piede umano entrò.
O E U Che cosa cerchi tu?

Sorellina
Cerco i fratelli, i sette corvi neri,
tenuti in questo monte prigionieri.

Nano
I signori sette corvi
sono andati a passeggiar,
ma se aspetti zitta zitta
li vedrai presto tornar.
Dentro sette bei piattini
la minestra ho da versar,
ed in sette bicchierini
devo il vino mescolar.

Una briciola per piatto,
bimba bella, puoi mangiar,
ed un sorso per bicchiere
ti permetto d'assaggiar.

Sorellina
Sette le briciole per la mia fame,
ma nei piattini molto rimane;
sette le gocciole per la mia sete,
butto l'anello. Lo troverete?

Nano
I signori sette corvi
stanno già per ritornar,
dietro l'uscio, Sorellina,
ti permetto di restar.

(la bimba si nasconde, musica; i corvi entrano volando e si dispongono in un grande semicerchio)

Corvo: La mia cena chi toccò?
Corvo: Nel mio piatto chi mangiò?
Corvo: Chi al mio posto si servì?
Corvo: Bocca umana venne qui.
Corvo: Chi al bicchiere s'accostò?
Corvo: IL mio vino chi toccò?
Tutti: Bocca umana venne qui!
Corvo: Chi l'anello suo smarrì?

Nano
E O A Dietro la porta sta.
E I E Sapete dir chi è?
O I U Non voglio dir di più!

Corvo: L'anello che la mamma aveva al dito
Corvo: fu messo da qualcuno, non smarrito.
Corvo: C'è una persona cara che ci chiama
Corvo: per ridonarci la figura umana.
Corvo: Volesse il cielo che la Sorellina
Corvo: fosse venuta qui, fosse vicina!
Corvo: Saremmo finalmente liberati!

Sorellina
Eccomi qui, fratelli! Vi ho trovati!

(i corvi buttano in fretta mantelli e cappucci, tutti si prendono per mano ed escono in fila, la sorellina per prima; il nano raccoglie mantelli e cappucci ed esce per ultimo)





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